Il Siracusa ha dovuto attendere 6 lunghi anni per tornare in Serie C, la categoria perduta nell’estate del 2019, quando la società non si iscrisse al torneo di terza serie ripartendo dal campionato di Promozione siciliana grazie all’impegno di Gaetano Cutrufo, l’imprenditore che aveva riportato il professionismo a Siracusa, prima di lasciare il club a Giovanni Alì.

Dalla Promozione alla Serie C, il lungo viaggio del Siracusa

La risalita del Siracusa è iniziata nel 2020 con l’approdo in Eccellenza, tre anni più tardi il ritorno in Serie D. Nel frattempo il Siracusa aveva accolto Alessandro Ricci, industriale toscano impegnato nel campo delle energie rinnovabili, prima socio, poi presidente degli aretusei, beffati dal Trapani di patron Antonini al termine della scorsa stagione, nonostante gli 81 punti conquistati e i 79 gol realizzati.

Rimboccate le maniche, il Siracusa è ripartito con i favori del pronostico, duellando fino all’ultima giornata con la Reggina, indietro di un solo punto e costretta ad arrendersi dopo la vittoria degli azzurri sul campo dell’Igea Virtus. Un cerchio che si chiude, dopo 6 anni di attesa, con un filo conduttore a unire il Siracusa del 2019 e quello attuale: il tecnico Marco Turati.

Turati, da capitano ad allenatore, il cerchio che si chiude

Prima calciatore, poi capitano, infine allenatore del Siracusa. In quella triste estate del 2019, in seguito all’addio al professionismo della squadra, Turati decise di lasciare il calcio giocato a 37 anni. Una scelta che ancora ricorda con dispiacere: “Non avevo intenzione di smettere di giocare, ricevetti diverse richieste, alcune importanti. Ma mi sentivo talmente legato a questa squadra e alla sua tifoseria che decisi che l’ultima partita da calciatore dovesse essere con il Siracusa. E così feci”.

La carriera di Turati era iniziata nelle giovanili del Lecco, passato al Verona, dopo i prestiti al Chieti e alla Carrarese, l’ex difensore tornò tra le fila scaligere per debuttare nel 2004 in Serie B. Quindi le esperienze a Cesena, Ancona, Grosseto e al Modena prima di arrivare a Siracusa, nell’estate del 2016. Firma un contratto di un anno, ci resta tre stagioni.

Turati, l’amicizia con Italiano e il ritorno a Siracusa

Terminata la carriera da calciatore, Turati è entrato nello staff di Vincenzo Italiano, prima alla Fiorentina e poi al Bologna: un’esperienza formativa, avviata subito dopo l’amarezza dell’addio al Siracusa, che lo ha plasmato restituendo al calcio italiano un allenatore di sicuro avvenire. “Vincenzo è un amico – commenta Turati – con lui condivido i principi del nostro modo di fare calcio. Aver lavorato con lui è stato bellissimo, da questa condivisione ho assorbito solo vantaggi. Con lui mi sento in continuazione, gli auguro e credo che possa migliorare ancora. E’ stato tra i primi a contattarmi dopo la vittoria del campionato e questo fa capire quanto sia stretto il nostro legame”. Auguri che Turati ha ricambiato ieri sera, dopo la vittoria della Coppa Italia da parte del Bologna.

La separazione da Italiano è stata dettata semplicemente dalla necessità di mettersi in proprio, di cimentarsi con la prima esperienza da allenatore professionista. Quando il Siracusa ha chiamato, ha risposto presente: “Non avrei mai immaginato che avrei potuto iniziare ad allenare proprio a Siracusa. Eppure è successo. Ogni persona ha un posto speciale. Il mio è Siracusa. Qui mi sento amato e credo che per uno sportivo sia la cosa più importante”.

La festa del Siracusa dopo la promozione in C (foto Simona Amato - Siracusa Calcio)

La festa del Siracusa dopo la promozione in C (foto Simona Amato – Siracusa Calcio)

Il legame con la città, Zenga e il testa a testa con la Reggina

Intenso il legame con la città, forte quello con il presidente Ricci: “C’è stato sin da subito un rapporto di stima reciproca e soprattutto un’unità di intenti. Mi ha posto un obiettivo importante da raggiungere, ma era lo stesso che ho posto a lui”. Importante è stato anche l’arrivo di Walter Zenga, brand ambassador e club manager del Siracusa. Una presenza costante, un punto di riferimento per la squadra e per lo stesso Turati: “Walter ha contribuito in modo importante a dare visibilità alla società e alla dirigenza, ne ha tratto vantaggio tutto il Siracusa. Sono rimasto molto colpito dalla sua emozione sincera con cui ha festeggiato la promozione”.

Non è stato facile portare a termine la missione. L’anno scorso il Trapani ha messo il bastone tra le ruote, quest’anno la Reggina è stata avversaria ostica e determinata. Il testa a testa è durato fino all’ultima giornata: un solo punto separava il Siracusa dagli amaranto prima della trasferta a Barcellona Pozzo di Gotto, teatro del ritorno in Serie C degli aretusei. Ma Turati ricorda con piacere soprattutto la partita in casa della Scafatese: “Vincendo quel giorno, contro uno degli avversari più tosti del girone, abbiamo conquistato la prima posizione in classifica. E’ stata una vittoria bellissima e determinante, ci è servita per prendere consapevolezza della nostra forza. Una volta ottenuto il primato, non lo abbiamo più mollato.

Turati e il futuro al Siracusa

Da un obiettivo, raggiunto, a un altro. Turati guarda avanti e pensa già al futuro: “Ci misureremo con un torneo completamente diverso, dove il blasone è la regola. Dobbiamo fare la nostra parte. Per fortuna la società pone il progetto prima degli obiettivi. Con un buon progetto e dunque con il giusto lasso di tempo, il Siracusa potrà dire la sua anche tra i professionisti.

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