
Paola Ferrari non le manda a dire. Tra Nazionale, Diletta Leotta e Simone Inzaghi, la popolare giornalista di Rai Sport è un vero e proprio fiume in piena nel fotografare la situazione non certo eccelsa (per usare un eufemismo) in cui si trova il calcio italiano.
- Le colpe di Spalletti e Gravina
- Bocciato Gattuso ct
- Un sistema da rifondare
- Mondiale per Club sotto accusa
- L’avvertimento a Simone Inzaghi
- La querelle con Diletta Leotta
Le colpe di Spalletti e Gravina
Dopo il fallimento dell’Europeo e l’ombra di una nuova esclusione dal Mondiale, la conduttrice di Rai Sport, Paola Ferrari, punta il dito contro la gestione tecnica e politica degli azzurri: “Un’autentica umiliazione. Vedere la Nazionale ridotta così è un’offesa ai valori dello sport“.
“Spalletti? Una scelta inizialmente giusta, ma poi dopo l’Europeo si vedeva che non era riuscito a dare qualcosa ai giocatori, che non avevano voglia. Gravina ha colpe nel non averlo capito subito. Abbiamo perso mesi fondamentali e adesso rischiamo grosso. Ma resto ottimista, possiamo ancora qualificarci, anche se il 50% delle possibilità sono già andate”.
Bocciato Gattuso ct
In merito alle voci che darebbero Gattuso tra i principali indiziati per il ruolo di ct, nella sua lunga intervista rilasciata a MOW, la Ferrari avverte: “No, non Rino Gattuso, nonostante l’amicizia con Buffon possa aiutare a fare gruppo. Serve uno che ti faccia sputare sangue. Uno come Antonio Conte”.
“Vorrei Mourinho, anche con un doppio incarico – prosegue la giornalista – o De Zerbi, che ha idee, è giovane, può costruire un progetto serio. Ma deve essere sostenuto davvero. Ci vogliono allenatori impavidi, non chi ha paura di bruciarsi su quella panchina. Il no di Ranieri? Ha fatto una scelta di vita, è coerente. Ha fatto una scelta umana. E io lo rispetto”.
Un sistema da rifondare
Allargando il discorso al sistema calcio italiano, la giornalista che qualche tempo fa aveva rivelato di lottare con il cancro, bacchetta: “Quando allontani figure come Baggio o Maldini, vuol dire che non vuoi cambiare nulla. Baggio era pronto a riformare il settore giovanile, ma fu ostacolato, disse: ‘Qui non mi fanno lavorare’, e fu messo alla porta da Abete. Anche i club hanno le loro responsabilità. Per molti dirigenti la Nazionale è un fastidio. Appena un giocatore ha un dolorino, lo tengono a casa. La maglia azzurra non è più sacra come una volta”.
Mondiale per Club sotto accusa
Anche sul Mondiale per Club, al via ormai tra poche ore, Paola Ferrari è netta: “Lo guarderò, ma questo accanimento di DAZN non mi entusiasma per il futuro del calcio. Ha salvato Infantino quando sembrava che il torneo non interessasse a nessuno. Vedo poca attenzione verso la salute dei giocatori. Spero che Inter e Juventus escano subito. È una follia solo economica”.
L’avvertimento a Simone Inzaghi
Poi, la stoccata a Simone Inzaghi: “Deve avere le spalle larghe. Difficilmente in Italia ti perdonano dopo una scelta del genere, soprattutto gli interisti. Ma se uno ha certi valori, va in Arabia per 25 milioni l’anno… dipende che valori ha. Non lo critico, ma deve sapere a cosa va incontro”.
La querelle con Diletta Leotta
Inevitabile una domanda sulle donne nel calcio, che porta la Ferrari a lodare colleghe – e amiche – come Giorgia Rossi e Giusy Meloni, ma anche a tornare a parlare di Diletta Leotta, già punzecchiata in tempi non sospetti: “Io nemica di Diletta? No, ognuno dice quello che vuole e non mi interessa. A me non piace un certo tipo di stile. Tutto qui”.
Infine, però, Ferrari condanna duramente uno spot pubblicitario, a suo modo di vedere “indegno” con protagonista proprio la Leotta: “Non può mettere un bambino di sette anni a guardare una in mutande. Quando ci metti la faccia devi pensarci. Lei è giovane e può sbagliare, ma quello poteva evitarlo. Non ne ha bisogno. È uno dei personaggi più richiesti, deve saper scegliere con cura”.