
Una visita che si è trasformata in una situazione paradossale quella che ha vissuto la Juventus prima di scendere in campo nel match di esordio contro l’Al-Ain. I dirigenti e giocatori bianconeri con John Elkann in testa sono stati ricevuti alla Casa Bianca dal presidente Donald Trump e non è andato tutto come previsto.
- La battaglia di Trump contro gli atleti transgender
- La guerra tra Israele e Iran
- Le polemiche sui social
La battaglia di Trump contro gli atleti transgender
Uno degli argomenti che Donald Trump ha portato avanti sin dalla sua campagna elettorale è stato quello che riguarda il ruolo degli atleti transgender. Il presidente americano ha lanciato una vera e propria battaglia sull’argomento che ha scatenato accuse di transfobia e nel corso della visita della Juventus nello studio Ovale, ha deciso di tirare ancora fuori l’argomento. Mentre torna sul tema, Trump decide di tornare sull’argomento: “C’è mai stata una donna che è entrata a far parte della vostra squadra. Cosa ne pensate?”.
L’unica risposta sul fronte Juventus arriva dal nuovo dirigente bianconero Damien Comolli che prova a togliere tutti dall’imbarazzo dicendo: “E’ difficile” prima di continuare: “Abbiamo una squadra femminile molto forte”. Ma è evidente l’imbarazzo dei giocatori con McKennie che da padrone di casa prova a spiegare agli altri quello che sta succedendo.
La guerra tra Israele e Iran
Quella della Juventus doveva essere una visita di “divertimento” e di prestigio. E’ la prima volta che un club italiano viene ricevuto nello studio Ovale. E forse dirigenti e giocatori bianconeri si aspettavano qualche battuta sul mondo del calcio, sul mondiale per club prima dei regali di rito (Elkann ha donato a Trump una maglia con il numero 47). Invece i bianconeri si trovano a fare da sfondo al presidente americano che comincia a parlare della guerra tra Israele e Iran: “Non c’è nessun modo in cui possiamo permettere all’Iran di avere armi nucleari perché l’intero mondo rischierebbe di scoppiare, questo che si debba combattere o meno. Non posso lasciare che succeda”.
Le polemiche sui social
Sui social non mancano le polemiche per la scelta della Juventus e di John Elkann di legare la sua immagine a uno dei presidenti più controversi della storia: “Chiunque abbia avuto l’idea di portare la Juve da Trump con tanto di comizio bellico e battute transfobiche ha sottostimato il disturbante impatto di quelle immagini. Un autogol clamoroso che lega il club più titolato d’Italia a un impresentabile”. Mino prova a scherzare: “Sarebbe stato meglio rifiutare ma apprezzo il fatto di aver mandato la rosa più scarsa della nostra storia”. E ancora: “La Juventus nello Studio Ovale è una scelta discutibile – commento Alfredo – in un contesto politico tanto delicato, certe scelte comunicative rischiano di generare più imbarazzo che prestigio”.