
Un matrimonio breve, poco felice e ricco di difficoltà: non basta essere tifosi di una squadra, evidentemente, perché il percorso vada a buon fine. E’ stato così tra Cristiano Giuntoli e la Juventus, che sono approdati alla rescissione consensuale del rapporto.
- Giuntoli-Juve, addio imminente
- La decisione di John Elkann
- Il comunicato della Juventus
- Juve, saluta anche Calvo
- Giuntoli, gli errori decisivi
- La “ciliegina” Huijsen
Giuntoli-Juve, addio imminente
Una decisione ormai nell’aria da tempo, visti gli arrivi di Comolli, la promozione di Chiellini, il prossimo rientro di Tognozzi dal Granada e l’attesa per un nuovo ds (Massara e Salihamidzic i nomi in ballo). Giuntoli non aveva partecipato agli ultimi summit dirigenziali, e non aveva nemmeno presenziato alla tradizionale cerimonia del 29 maggio in memoria dei caduti dell’Heysel. John Elkann probabilmente non è mai stato così decisionista come in questo periodo: la Juventus deve ritornare grande, e le parole di ieri rilasciate da Adrien Rabiot forse sono state indicative.
La decisione di John Elkann
Giuntoli è un ottimo direttore sportivo, ma si è trovato a dover gestire troppe responsabilità, finendo per venirne affossato. La rivoluzione che Elkann sta portando avanti, infatti, ha un profilo ben delineato: ognuno al suo posto, in base alle proprie competenze, senza accentrare troppo “potere” in due sole mani. Il direttore tecnico è stato sollevato dall’incarico proprio da Elkann in un faccia a faccia che si è consumato alla Continassa giovedì scorso. Fino a quel momento il dirigente aveva portato avanti il proprio lavoro, tanto che il giorno prima aveva pure incontrato Igor Tudor a Spalato per fare il punto sul mercato.
Il comunicato della Juventus
Dopo una prima valutazione sulla possibile convivenza con il neo direttore generale Damien Comolli, la proprietà ha deciso di mettere fuori dal progetto sia Cristiano Giuntoli che i suoi più stretti collaboratori, Giuseppe Pompilio e Stefano Stefanelli. Assieme a Giuntoli saluta anche Calvo, da tempo destinato all’Aston Villa. “Juventus Football Club S.p.A. rende noto di aver raggiunto un accordo con Cristiano Giuntoli per la risoluzione consensuale dalla data odierna del contratto di direttore sportivo. La decisione è stata maturata dalle parti a seguito di una valutazione congiunta in merito alle prospettive future e reciproche esigenze”. Con questo comunicato la Juventus ha ufficializzato il divorzio con l’ex direttore sportivo di Napoli e Carpi.
Juve, saluta anche Calvo
“Si conferma, inoltre, che Francesco Calvo ha rassegnato le dimissioni, con decorrenza dal 16 giugno 2025, da Managing Director Revenue & Institutional Relations per intraprendere un nuovo progetto professionale. Alla data odierna, sulla base delle informazioni a disposizione della società, Cristiano Giuntoli e Francesco Calvo non risultano titolari di azioni Juventus“, la conclusione della nota in cui il club bianconero rende noto la separazione con Giuntoli e Calvo.
Giuntoli, gli errori decisivi
Cosa imputa la proprietà della Juventus a Giuntoli? Innanzi tutto la scelta di Thiago Motta, che non è riuscito ad entrare in sintonia con l’ambiente juventino e con il suo modo di approcciarsi al calcio, a prescindere dalle scelte tecniche (il famoso “progetto fantasioso” di cui parlò Danilo…). Se da una parte la sostenibilità è stata rispettata con il monte ingaggi quasi dimezzato e il bilancio destinato a sfiorare la parità dopo che quello precedente aveva prodotto un rosso di 200 milioni, dall’altra il campo non ha risposto come si sperava, visti gli investimenti fatti. Una qualificazione alla prossima Champions, strappata grazie ad un calcio di rigore contro un Venezia prossimo alla retrocessione, non può sicuramente bastare.
La “ciliegina” Huijsen
Ma nel mirino sono finite anche molte scelte di mercato: se gli addii di Rabiot e Chiesa sono stati “figli” dell’idea di calcio di Motta, gli innesti più costosi della campagna estiva (Koopmeiners, Nico Gonzalez e Douglas Luiz) hanno ampiamente deluso le aspettative, il solo Thuram è stato all’altezza della situazione. La ciliegina sulla torta è stata Huijsen (e anche qui, c’è molta corresponsabilità di Thiago Motta): ceduto in estate al Bournemouth per circa 16 milioni più 10% di rivendita, è stato venduto al Real Madrid per quasi 60 milioni.