Tutto quello che aveva da dire, Spalletti lo ha esternato – commosso – alla vigilia e prima di Italia-Moldova. Sperava di chiudere con una goleada quanto meno per tenere viva la rincorsa al primo posto, invece la sua avventura al timone della Nazionale si è chiusa con un 2-0 che complica il cammino verso i Mondiali. Nel post l’amara constatazione che è anche una lezione di stile per il mondo in cui si è consumato il suo esonero: “Non sono stato capace di fare la differenza”.

Italia-Moldova: il triste addio di Spalletti

Non c’è più spazio per la commozione, quella che aveva lasciato l’ormai ex ct senza parole alla vigilia, tanto da indurlo ad abbandonare anzitempo la sala stampa di Coverciano. Ai microfoni della Rai, Spalletti analizza la sua ultima partita al timone dell’Italia, una partita che ha ancora una volta evidenziato tutti i difetti di una Nazionale incapace di mettere alla corde la Moldova numero 154 del ranking .

“Sì, anche stasera abbiamo fatto fatica, però ci sono troppe componenti. E poi s’è confermato quello che si era visto in Norvegia. Ho mantenuto questo gruppo qui, ma l’ho trovato veramente affaticato dopo questo finale di campionato”.

Il fattore che ha portato al crollo degli azzurri

Il tecnico di Certaldo torna su quello che si è rivelato il suo errore principale: affidarsi a una rosa di calciatori che credeva fosse collaudata. “Forse cercando qualcuno che stava meglio fisicamente avremmo potuto avere una risposta differente” afferma. “Ma se su 25 ce ne sono tantissimi così è segno che erano logori per quanto passato”.

Poi aggiunge: “Forse una delle più grosse difficoltà è stata andata a giocare la prima partita delle qualificazioni a Oslo in questo momento qui. Ma quando uno fa l’allenatore della Nazionale non può avere alibi, perché i giocatori li sceglie lui e se vede che sono affaticati, allora deve cambiare. Ero convinto che potessero darmi quello che io mi aspettavo e per certi versi l’hanno anche fatto”.

L’amara constatazione di Spalletti

Il discorso si sposta sull’eredità che lascia al prossimo ct (Ranieri?). E Spalletti non gioca certo a nascondino. Anzi, con una vera e propria lezione di stile nient’affatto scontata si attribuisce la maggior parte delle responsabilità.

“Non lasciamo un grandissimo entusiasmo, anche se stasera il pubblico ha risposto in maniera splendida. I giocatori devono fare la differenza, l’allenatore deve fare la differenza. E io purtroppo non l’ho fatta”.

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